Blog del sito www.sangregoriotaumaturgo.it
A breve la nuova edizione del sito

venerdì 19 dicembre 2008

Riapre il Museu de São Roque di Lisbona, una delle più prestigiose istituzioni culturali del Portogallo

In mostra 500 anni d'arte e di storia.
L'importante legame con Stalettì, in Calabria.
di Domenico Condito

Lisbona - Si svolgerà oggi a Lisbona la cerimonia di riapertura del Museu de São Roque, una delle più prestigiose istituzioni culturali del Portogallo. L’evento sancisce la fine di un lungo periodo di chiusura per la realizzazione di complessi interventi di ampliamento e di ammodernamento della struttura espositiva, e per il restauro di numerosi reperti della sua pregevole collezione di tesori d'arte.
Presenzieranno all’inaugurazione il Ministro della Cultura, Dr. José António Pinto Ribeiro, e il Ministro del Lavoro e della Solidarietà Sociale, Dr. José António Vieira da Silva.
Il Museu de São Roque è amministrato dalla Santa Casa da Misericórdia de Lisboa, che nel corso di cinquecento anni di storia ha raccolto un vasto patrimonio di straordinario valore sociale, storico e artistico proveniente da donazioni, lasciti e acquisizioni: pittura, scultura, oreficeria, arte orientale, preziose reliquie e reliquari, candelabri “monumentali”, fronti d’altare. Un riferimento d’importanza fondamentale per la storia dell’arte e religiosa del Portogallo dal XVI al XIX secolo.
L’edificio, che accoglie l’inestimabile raccolta, fu per secoli la Casa Professa della Compagnia di Gesù. La stessa storia del museo è legata a quella dell’annessa Igreja de São Roque, costruita nel XVI secolo, la prima e la più importante chiesa dei Gesuiti in Portogallo. La chiesa è conosciuta soprattutto per la Capela de São João Baptista, un capolavoro assoluto dell’arte sacra di tutti i tempi, senz’altro una delle più belle del mondo. Fu commissionata dal Re del Portogallo, D. João V, agli architetti italiani Luigi Vanvitelli e Nicola Salvi. Realizzata interamente a Roma da 130 artisti fra il 1742 e il 1750, fu poi consacrata dal papa Benedetto XIV, prima d’essere smontata e trasportata a Lisbona con l’ausilio di ben tre navi. Il grande scrittore portoghese Fernando Pessoa la definì “un’opera d’arte suprema”, “notevole non solo per il suo valore materiale e artistico, ma anche perchè non esiste forse in nessun luogo un’opera del genere, con la quale poterla comparare”. Il Tesoro della Capela de São João Baptista è esposto permanentemente nel Museu de São Roque. Si tratta d’una collezione d'arte sacra, oreficieria e paramenti liturgici unica al mondo, fatta oggetto di pregevoli studi scientifici di rilevanza internazionale.
Significativo sul piano storico e culturale il rapporto del Museu de São Roque con la Calabria. Vi si conserva, all'interno d'un preziosissimo reliquario, un'importante reliquia, un tempo venerata a Stalettì, in provincia di Catanzaro: il cranio di San Gregorio Taumaturgo, Padre della Chiesa del III secolo e Patrono della cittadina calabrese, che custodisce le reliquie del Santo nella chiesa a lui dedicata.
Nel 1587, la reliquia fu donata alla Igreja de São Roque di Lisbona da Don Juan de Borja, figlio di San Francisco de Borja e ambasciatore di Filippo II a Praga, insieme a tutta la sua ricca collezione di reliquie e reliquari. Il nobile valenciano, autore delle Empresas Morales, capolavoro della letteratura spagnola del Siglo de Oro, fu uno dei massimi collezionisti di reliquie del suo tempo. Don Juan aveva trovato la reliquia a Stalettì, nel territorio del Principato di Squillace, governato al tempo da Don Pietro Borgia, suo parente. La reliquia del Taumaturgo era considerata la più importante della sua notevole collezione, e fu accolta trionfalmente nella Igreja de São Roque il 25 gennaio 1588, alla presenza del vicerè del Portogallo, il principe cardinale Alberto.
Ho illustrato la storia della reliquia lo scorso 7 giugno a Stalettì, nella chiesa dedicata al Santo, nel corso d’una conferenza dal titolo: Il culto di San Gregorio Taumaturgo a Lisbona nell’età di Filippo II. In tale occasione ho presentato i risultati d’una approfondita ricerca d’archivio realizzata a Lisbona con la collaborazione del Museu de São Roque, che ha pure concesso il Patrocino culturale alla conferenza, organizzata dall’Amministrazione Comunale di Stalettì e dalla Biblioteca Comunale “Vivarium”. Fondamentale, per la realizzazione della ricerca, il contributo della dott.ssa Teresa Freitas Morna, Direttore del Museu de São Roque, e del dott. António Meira, suo valente collaboratore.
La Santa Casa da Misericórdia de Lisboa e il Museu de São Roque sostengono il progetto di gemellaggio Stalettì-Lisbona, per la cui realizzazione sono stati avviati gli opportuni contatti.
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Il Battesimo di Cristo – Mosaico della Capela de São João Baptista
Igreja de São Roque, Lisbona
(Foto di Laura Za)

venerdì 5 dicembre 2008

E' morto Alessio II, Patriarca della Chiesa Ortodossa Russa

Il legame con la Calabria
di Domenico Condito
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E’ morto Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
L'annuncio della morte, avvenuta stamattina, è stato dato da Vladimir Vigilianski, portavoce del Patriarcato di Mosca.
In un messaggio inviato al Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa russa, Benedetto XVI ha espresso la sua «profonda commozione» per la morte di Alessio II, ricordando «il comune impegno sul cammino della reciproca comprensione e collaborazione fra ortodossi e cattolici» e la «buona battaglia per la difesa dei valori umani ed evangelici che egli ha condotto in particolare nel Continente europeo».
Si deve proprio all’intervento di Alessio II il recupero dell’antica chiesa di San Gregorio Taumaturgo a Mosca, il principale luogo di culto che gli Ortodossi hanno dedicato al Santo Vescovo di Neocesarea, le cui reliquie si conservano a Stalettì, in Calabria. La splendida chiesa moscovita era stata chiusa dal regime comunista, che poi vi aveva collocato diversi uffici statali. Fu restituita al popolo dei fedeli nel 1990, grazie al Patriarca Alessio II, che quasi ogni anno, a novembre, si recava nella chiesa nel giorno della commemorazione del Santo.
Lo ricordiamo con profonda commozione e gratitudine per l’impulso dato al rilancio del culto di San Gregorio Taumaturgo nella Russia post-comunista, e per aver riportato al suo antico splendore il magnifico complesso monumentale dedicato al Santo nella città di Mosca.
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La storia della chiesa di San Gregorio Taumaturgo a Mosca

domenica 17 agosto 2008

L’apparizione della Madonna a San Gregorio Taumaturgo

La prima apparizione mariana riconosciuta dalla Chiesa, raccontata da San Gregorio di Nissa
di Domenico Condito

San Gregorio Taumaturgo nacque a Neocesarea del Ponto, l’attuale Niksar, in Turchia, verso il 213, da una nobile famiglia pagana. Nella città natale studiò grammatica e retorica, imparò il latino e acquisì i primi elementi di giurisprudenza. In seguito si recò a Cesarea di Palestina, con il fratello Atenodoro, con l’idea di completare gli studi di diritto nella vicina Berito. Nella città palestinese i due fratelli incontrarono il grande maestro cristiano Origene, che a Cesarea aveva fondato una nuova scuola, dopo essere stato bandito da Alessandria d’Egitto. La conoscenza di Origene sconvolse i progetti di Gregorio e di Atenodoro e determinò la loro conversione. Così Gregorio descrisse l’incontro con Origene e la sua adesione alla fede cristiana: “Come una scintilla, dunque, immessaci nel cuore, da una parte, ardeva, avvampava in noi l’amore verso il Verbo santo, amabilissimo, che alletta tutti sommamente con la sua ineffabile bellezza, dall’altra, verso quest’uomo suo amico e interprete. Amore che mi trafisse, inducendomi a trascurare le altre attività e gli studi che apparivano essere a noi convenienti e, persino, le mie belle leggi, la patria, i parenti che dimoravano a Cesarea e per i quali avevamo intrapreso il viaggio. Uno solo era l’oggetto del mio amore, della mia predilezione: la filosofia e l’uomo divino che l’insegnava” (Gregorio il Taumaturgo, Discorso a Origene, a cura di E. Marotta, Città Nuova Editrice, Roma 1933, p. 66). Gregorio e Atenodoro rimasero a Cesarea di Palestina per cinque anni, portando a compimento il ciclo di studi previsto dalla scuola di Origene. Nel 238, al momento del congedo dal maestro, Gregorio gli rivolse il suo celebre Discorso di ringraziamento. Dopo essere vissuti con Origene per cinque anni, Gregorio e Atenodoro fecero ritorno a Neocesarea. Riferisce Eusebio che entrambi i fratelli avevano conseguito tali progressi nella conoscenza delle scienze divine, che furono ritenuti degni dell’episcopato e destinati a reggere le sorti delle chiese del Ponto. Fu così che Gregorio divenne il primo vescovo di Neocesarea, la sua città natale, mentre s’ignora la sede episcopale di Atenodoro. Risale a questo periodo l’apparizione della Madonna a San Gregorio Taumaturgo, la prima apparizione mariana riconosciuta dalla Chiesa. Ce ne fornisce un resoconto dettagliato San Gregorio di Nissa (335-395 circa) nella sua Vita di Gregorio Taumaturgo, ed è il primo racconto di una apparizione mariana:
“Così dunque, costretto a sottomettersi al giogo, dopo che erano state adempiute in lui tutte le prescrizioni rituali, avendo chiesto a chi lo aveva proclamato vescovo che gli si accordasse un po’ di tempo per conoscere più a fondo il mistero, pensava, come afferma l’Apostolo, di non dover prendere più consiglio dalla carne e dal sangue, ma chiedeva che il mistero gli fosse rivelato immediatamente da Dio. Perciò non osò cominciare il ministero della predicazione prima che gli fosse rivelata la verità per mezzo d’una visione.Difatti, mentre egli passava una volta la notte a riflettere sul discorso della fede, e la sua mente era occupata da varie preoccupazioni (vi erano infatti anche allora alcuni che alteravano l’insegnamento della religione, rendendo spesso ambigua, con argomentazioni ipotetiche, la verità anche per chi era esperto in queste cose), mentre dunque egli passava insonne la notte e pensava alla verità, gli apparve in visione un essere dalla figura umana, dall’aspetto senile, con un abito sacro e venerando, che dimostrava una grande virtù con la grazia del suo volto e il comportamento della sua persona. Egli allora, spaventato a quella vista, scese dal letto e chiese chi fosse e per quale motivo fosse venuto. Ed avendo l’altro tranquillizzato, con voce pacata, il suo animo agitato ed avendo risposto che gli era apparso per volontà divina, a causa delle controversie che si dibattevano nel suo ambiente, affinché fosse svelata la verità della retta fede , egli, a queste parole, riprese coraggio e guardava con gioia e stupore. Ma dopo, avendo l’altro protesa la mano in avanti, gli mostrò con il dito puntato ciò che appariva di fianco. L’aver fatto girare con la mano puntata i suoi occhi, e l’aver visto di fronte un altro fantasma in abito femminile molto più bello di quanto possa vedersi umanamente, questo lo atterrì nuovamente. Egli allora, rimanendo imbarazzato dallo spettacolo, abbassò il volto, giacchè, fra l’altro, i suoi occhi non riuscivano a sopportare la visione (infatti il miracolo della visione consisteva soprattutto in questo che, pur essendo notte fonda, insieme a quelli che gli erano apparsi, brillava fortemente una luce come se fosse quella d’una fiaccola accesa, splendidamente luminosa). Poiché dunque non riusciva a sopportare con gli occhi la visione, ascoltò il discorso che quelli che gli erano apparsi facevano fra loro sulla questione discussa: in questo modo non solo fu istruito sulla vera conoscenza della fede, ma seppe anche i nomi di quelli che gli erano apparsi, giacché entrambi si chiamavano l’un l’altro con il proprio nome. Si dice infatti che da quella che era apparsa in abito femminile sentì esortare l’evangelista Giovanni a spiegare al giovane il mistero della vera religione; e che quello rispose di essere pronto a favorire anche in questo la Madre del Signore, giacché così le piaceva. E così, dopo aver esposto la questione in modo conveniente e ben definito, improvvisamente scomparve alla vista. Ed egli subito mise per iscritto quel divino insegnamento e, dopo ciò, lo predicò in chiesa in maniera identica, e lasciò ai posteri quell’insegnamento come un’eredità data da Dio. E fino ad oggi il popolo di quella città, che è rimasta immune da ogni eretico errore, è istruito per mezzo di questo insegnamento” (Gregorio di Nissa, Vita di Gregorio Taumaturgo, a cura di L. Leone, Città Nuova Editrice, Roma 1988, p. 50-51). Lo scritto del Taumaturgo, al quale si riferisce Gregorio di Nissa, è il “Simbolo”, o “Esposizione della fede”, una breve ma precisa enunciazione della dottrina trinitaria. Il Nisseno testimonia, inoltre, che la copia autografa del “Simbolo” si conservava ancora nella chiesa di Neocesarea al tempo in cui scrisse la biografia del Santo. San Gregorio di Nissa apprese questi fatti direttamente dalla nonna, Santa Macrina, ch’era stata discepola del Taumaturgo, dopo essere stata da lui convertita e battezzata. Ricevuta l’apparizione della Vergine, San Gregorio Taumaturgo affrontò con grande zelo pastorale la missione episcopale, ed è storicamente riconosciuto come “l’Apostolo del Ponto”, per l'estesa opera di evangelizzazione realizzata in quella regione e per la difesa dell’ortodossia della fede. La tradizione attribuisce al vescovo di Neocesarea una serie di miracoli portentosi, che gli valsero il titolo di “Taumaturgo”. Morì verso il 270.

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Francesco Solimena, Visione di San Gregorio Taumaturgo
Tela – 1680 ca. (immagine protetta da copyright)

San Gregorio Taumaturgo nelle parole di San Basilio di Cesarea

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“Gregorio il grande e le sue parole dove li metteremo? Perché non con gli apostoli e i profeti? Egli fu un uomo che camminò nel loro stesso spirito e per tutta la vita seguì le orme dei santi e durante tutta la sua esistenza mantenne con cura la linearità della sua condotta evangelica. Io dico che saremmo ingiusti nei confronti della verità se non contassimo tra i familiari di Dio quest’anima che fu come una grande fiaccola che diffonde il suo splendore ardendo nella chiesa di Dio. Egli ebbe un grande potere sui demoni, per l’assistenza dello Spirito; ma inoltre ebbe una tale grazia nel parlare per condurre le nazioni all’obbedienza della fede, che, avendo trovato solo diciassette cristiani, condusse a Dio per mezzo della conoscenza tutto il popolo della città e della campagna.
Egli deviò il corso dei fiumi comandando loro nel nome potente di Cristo; seccò uno stagno che era causa di contesa tra fratelli avidi. Le sue predizioni di avvenimenti futuri furono tali da non essere inferiore in nulla ai grandi profeti. Insomma, sarebbe lungo esporre dettagliatamente i miracoli di quest’uomo il quale, per la sovrabbondanza dei doni di grazia operati in lui dallo Spirito in ogni azione potente, in segni e in prodigi, fu chiamato “secondo Mosè” dai nemici stessi della Chiesa.
Così in ogni sua parola, in ogni atto che compiva sotto l’influsso della grazia brillò come una luce, segnale della potenza celeste che lo accompagnava invisibilmente. Ancora grande è l’ammirazione per lui negli abitanti del paese, e il suo ricordo sempre nuovo e fresco è radicato nelle Chiese, né il tempo lo può rimuovere” (Basilio di Cesarea, Sullo Spirito Santo, 74, in Elena Cavalcanti, L’esperienza di Dio nei Padri greci, Edizioni Studium, Roma 1984, pp. 213-214.).
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sabato 16 agosto 2008

Gregorio di Nissa, Vita di Gregorio Taumaturgo, Città Nuova Editrice, Roma 1988

Traduzione, introduzione e note a cura di Luigi Leone

Narratore esperto e consumato, conoscitore accurato e raffinato della cultura greca, il Nisseno ha dato il meglio della sua arte plastica e letteraria in questa Vita di Gregorio Taumaturgo, trasfigurando e sublimando il personaggio attraverso il filtro dell’ideale evangelico vissuto intensamente dagli asceti del suo tempo e da lui personalmente. Egli tesse le lodi del biografato in una serie di scene in cui è difficile conciliare il punto di vista della tradizione agiografica e quello della critica storica, anche se non è impossibile armonizzare i fatti narrati con la politica imperiale di Roma, con la storia dell’espansione iniziale del cristianesimo e con il potere carismatico dei suoi missionari. Una cosa è certa: l’Autore crede a quel che scrive e soprattutto, nell’esporre la vita virtuosa del Taumaturgo, intende lanciare un messaggio di fede.
Un piccolo gioiello della letteratura cristiana antica. Una biografia la cui stesura è debitrice in gran parte alla tradizione orale, ma che il Nisseno ha arricchito con l’arte del gran narratore, selezionando gli episodi e presentandoli in maniera suggestiva.

San Gregorio di Nissa

Gregorio il Taumaturgo, Discorso a Origene, Città Nuova Editrice, Roma 1983

Con il testo della Lettera di Origene a Gregorio. Traduzione, introduzione e note a cura di Eugenio Marotta.

Gregorio il Taumaturgo (213-270 circa) nacque da una distinta famiglia pagana in Neocesarea del Ponto. Dopo aver compiuto gli studi di grammatica e di retorica si recò a Cesarea, insieme col fratello Atenodoro, per compiere studi di diritto nella vicina Berito. Una volta, tuttavia, nella città palestinese, l’incontro con Origene, che in essa si era trasferito dopo essere stato bandito da Alessandria d’Egitto, doveva sconvolgere i loro progetti. Affascinati dalla personalità del maestro e convertiti al cristianesimo, rinunziarono allo studio delle leggi per abbracciare quello della filosofia e stabilirono la loro dimora a Cesarea. In occasione del suo congedo dal maestro (238), dopo cinque anni, Gregorio gli rivolse un discorso di ringraziamento, alla sua presenza e di un folto pubblico. Gregorio divenne vescovo della sua città natale e si adoperò per la diffusione del cristianesimo nel Ponto.
Il Discorso di ringraziamento rivolto a Origene è un’apologia del maestro che si è spogliato del più della sua natura mortale in virtù della grandezza delle doti che segnano il trapasso dall’umano al divino. È l’amico, l’interprete del Logos, egli lo addita come il maestro impareggiabile della scienza umana e divina. Il Discorso è importante soprattutto per la descrizione del metodo pedagogico di Origene.
La Lettera di Origene a Gregorio fu scritta a breve distanza di tempo dal rientro in patria del Taumaturgo. Il maestro lo ammonisce, lo consiglia ad usare i suoi talenti avendo per unica meta la dottrina cristiana.
La traduzione, per la prima volta in lingua italiana, è opera del noto specialista di Letteratura cristiana antica Eugenio Marotta.

San Gregorio di Neocesarea, il Taumaturgo

Gregorio il Taumaturgo (?), Encomio di Origene, Paoline, Milano 2002

Introduzione, traduzione e note di Marco Rizzi
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Tradizionalmente attribuito a Gregorio il Taumaturgo, l’Encomio di Origene veniva sino ad oggi considerato una fonte decisiva per illuminare l’attività di insegnamento del grande maestro alessandrino e per illustrarne la spiritualità, grazie alle parole di un allievo al termine dei suoi studi.
La presente edizione, invece, insieme con una nuova e rigorosa traduzione, propone una lettura innovativa di questo testo di particolare importanza per la storia del cristianesimo antico. Attraverso un’accurata analisi al tempo stesso letteraria e retorica, storica e teologica, politica e filosofica dell’Encomio, vengono infatti portate alla luce intenzioni e ambizioni ben più profonde e incisive: dipingere un’immagine del cristianesimo che potesse essere compresa e accolta dalle élites intellettuali e politiche dell’impero romano, per proporre un modello di convivenza tra l’impero e la nuova religione, fondato su un ideale di vita coerente e rigoroso. Un’impossibile utopia, destinata a infrangersi sul compromesso tra impero costantiniana e Chiesa istituzionalizzata.

giovedì 14 agosto 2008

San Gregorio Taumaturgo: il Patriarca Alessio II in visita alla chiesa del Santo a Mosca.

IL VIDEO DELLA VISITA

San Gregorio Taumaturgo, Padre della Chiesa del III secolo, è il Patrono di Stalettì, in Calabria. Allievo prediletto di Origene, evangelizzatore del Ponto Polemaico, in Turchia, è riconosciuto dai tre grandi Padri cappadoci, San Basilio, San Gregorio di Nissa e San Gregorio Nazianzeno, come il fondatore della Chiesa nella loro terra. Il suo culto, affermatosi a Costantinopoli nella Basilica di Santa Sofia già nel VI secolo, si è poi diffuso in Oriente e in Occidente. A questa straordinaria figura dei primi secoli della cristianità ho dedicato il sito web www.sangregoriotaumaturgo.it, un centro "virtuale" di studi patristici e agiografici che si propone di collegare il mondo degli studiosi e della ricerca accademica con i luoghi del culto gregoriano presenti in Italia e nel mondo. Nel corso di lunghi anni di ricerche sulla storia del culto del Taumaturgo, ho disegnato una mappa dei “luoghi gregoriani”. Mi sono recato in molte di queste località, ne ho sondato gli archivi, ho familiarizzato con le loro comunità, partecipato ai loro riti e alle loro processioni, scoprendo talvolta sorprendenti analogie fra mondi in apparenza lontani. Un filo sottile, ma ancora visibile, sembra mettere in relazione alcuni di questi centri con Stalettì, in Calabria, il “luogo originario” del culto del Taumaturgo in Occidente. Qui, in tempi remotissimi, monaci di rito greco, emigrati dall’Oriente cristiano, condussero le reliquie del Santo, ancora oggi venerate nell’antica chiesa bizantina a lui dedicata. Il primo dei "luoghi gregoriani", che ho presentato sul sito dedicato al Santo, è la chiesa di San Gregorio Taumaturgo a Mosca. Si tratta del principale luogo di culto dedicato al Santo nel mondo Ortodosso. Da sempre nel cuore del suo popolo, la splendida chiesa ha rappresentato con grande efficacia la storia della città di Mosca, rimanendo essa stessa segnata dai drammi, le contraddizioni, le gioie e le più profonde aspirazioni che ne hanno tracciato il cammino nel corso dei secoli. Chiusa dal regime comunista, fu restituita al popolo dei fedeli nel 1990, grazie all’intervento di Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, che quasi ogni anno, a novembre, si reca nella chiesa nel giorno della commemorazione del Santo. Solo ieri simbolo della bieca violazione dell’anima della Città, la chiesa del Taumaturgo oggi rivive come luminosa espressione di riscatto e segno di speranza. Ne ho ricostruito la storia su www.sangregoriotaumaturgo.it, facendo riferimento alle fonti ufficiali della Chiesa Ortodossa Russa. Ora propongo la visione di un video che documenta una visita del Patriarca Alessio II alla bellissima chiesa moscovita nel giorno dedicato alla festa del Santo. Buona visione.

Domenico Condito

Sua Santità il Patriarca Alessio II durante la celebrazione della Liturgia Divina nella chiesa di San Gregorio Taumaturgo a Mosca

IL VIDEO

lunedì 11 agosto 2008

Un sito web dedicato a San Gregorio Palamas

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Il sito ha lo scopo di presentare un teologo poco conosciuto in occidente. San Gregorio Palamas è stato un monaco, un mistico e Arcivescovo di Tessalonica. La sua opera può essere ritenuta il compimento della tradizione teologica orientale; il suo pensiero infatti si inserisce nella grande tradizione patristica greca e ne sviluppa le intuizioni profonde. Palamas è considerato oggi dagli ortodossi il più importante teologo di Bisanzio ed uno dei più grandi dell’ortodossia. La sua dottrina segnò profondamente la coscienza religiosa ortodossa, lo dimostra il fatto che, dopo la sua canonizzazione, l’Oriente festeggia la sua solennità nella seconda domenica di quaresima, dopo la “Domenica dell’ortodossia”.
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Gemellaggio Stalettì - Lisbona

Il Museu de São Roque di Lisbona comunica la sua disponibilità alla realizzazione del progetto
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Nel corso della conferenza che ho tenuto a Stalettì, lo scorso 7 giugno, dal titolo “Il culto di San Gregorio Taumaturgo a Lisbona nell’età di Filippo II”, ho lanciato l’idea di un gemellaggio fra Stalettì e Lisbona, e fra la Biblioteca Comunale Vivarium e il Museu de São Roque, che aveva concesso il Patrocinio Culturale all’importante evento culturale. A dire il vero, avevo già proposto l’iniziativa alla direzione del Museu de São Roque, una delle più prestigiose istituzioni culturali del Portogallo, durante il mio soggiorno-studio nella capitale portoghese, ottenendo una prima disponibilità alla realizzazione del progetto. Il successo della conferenza, e l’ampio risalto che ha avuto in Portogallo, hanno indotto la Direzione del Museu de São Roque ad indirizzarmi una lettera, nella quale viene ribadita ufficialmente la piena adesione alla proposta di gemellaggio, che ora andrà progettato nei dettagli con il Comune di Stalettì, la Biblioteca Comunale Vivarium, il Comune di Lisbona e, naturalmente, il Museu de São Roque. L’importante Museo portoghese custodisce, all’interno di uno splendido reliquario, il cranio di San Gregorio Taumaturgo, che fino al XVI secolo si trovava a Stalettì, nella chiesa dedicata al Santo. Nel corso della mia conferenza ebbi modo di presentare, in anteprima assoluta, l’eccezionale documentazione fotografica della reliquia, grazie alla disponibilità del Museu de São Roque, che ha deciso la riapertura, dopo diversi secoli, del prezioso reliquario, per consentirmi lo studio della reliquia. In occasione del gemellaggio l'antica reliquia potrà tornare a Stalettì ed essere esposta per qualche tempo, con il suo reliquario, nella chiesa di San Gregorio, dove fu venerata per secoli. La lettera inviatami dal Museu de São Roque è firmata dal dott. António Meira, uno dei massimi dirigenti del Museo, a nome della Direttrice Teresa Morna e dell’Amministrazione della Santa Casa da Misericórdia, l’ente che gestisce il Museu de São Roque. Ecco il testo integrale della lettera:
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Caríssimo Domenico
Muitos parabéns pelo êxito da sua Conferência sobre "Il culto di San Gregorio Taumaturgo a Lisbona nell'età di Filippo II", no passado dia 7 de Junho, em Stalettì. Estou ansioso por ver o seu estudo publicado integralmente, sob o patrocínio do "Istituto di Studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria". Muito obrigado por ter realçado o contributo do Museu de São Roque tanto para suas pesquisas como na divulgação da célebre relíquia de San Gregório Taumaturgo. Graças a si o nosso Museu está a ganhar uma projecção internacional verdadeiramente notável. A responsável pelo Museu bem como a Administração da Santa Casa estão a par destes desenvolvimentos históricos e culturais, e estamos abertos a promover um projecto de intercâmbio cultural com o Município de Stalettì. Estou convencido que vamos realizar este projecto, o qual trará uma grande projecção tanto para a Região da Calabria e Stalettì, como para a cidade de Lisboa e São Roque, em particular. A Drªa Teresa Morna envia-lhe muitas saudações e agradece os cumprimentos. A reabertura do Museu de São Roque não se realizará antes do final de Outubro ou Novembro deste ano. Quando o Museu estiver pronto, eu informá-lo-ei. Com os melhores cumprimentos para si e para Laura
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António Meira
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Sono certo che Stalettì saprà cogliere l'importanza di questa straordinaria opportunità di scambio culturale e d'amicizia.
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Domenico Condito
 
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