Grazie alle mareggiate dei giorni scorsi, il sito è tornato pienamente fruibile. Venga restituito alla devozione dei fedeli, alla antiche tradizioni della comunità stalettese, all’esplorazione degli studiosi. Ma si tengano lontano gli speculatori.
di Domenico Condito
Al centro del “mitico” Golfo di Squillace, ad un estremo del litorale di Caminia, si apre sul “glauco mare” la Grotta di San Gregorio. Qui, secondo un’antichissima leggenda agiografica, approdarono miracolosamente le reliquie di San Gregorio Taumaturgo, Padre della Chiesa del III secolo e Patrono di Stalettì, un paese ventoso svettante a picco sullo Ionio, quasi una nave alla fonda pronta a salpare.
La Grotta è il luogo originario del culto del Taumaturgo in Occidente, o almeno il suo principale e simbolico centro di irradiazione dopo la sua fioritura e diffusione nell’Oriente cristiano. Dal comprensorio di Stalettì, infatti, il culto di San Gregorio Taumaturgo, come anche una parziale distribuzione delle sue reliquie, si è propagato in diverse località italiane, raggiungendo successivamente la Spagna, il Portogallo e da qui i paesi dell’America latina, grazie all’azione dei Gesuiti e dei vice-re spagnoli all’epoca dell’espansione coloniale.
Da molti secoli le reliquie del Taumaturgo sono venerate a Stalettì nell’antica chiesa bizantina dedicata al Santo, e da sempre la Grotta è considerata dagli Stalettesi un luogo sacro. I più anziani raccontano, con devozione, delle processioni dal Santuario di Stalettì al mare di Caminia, fin dentro la Grotta del “miracoloso” approdo delle reliquie, che al tempo era accessibile via terra. Un’antica tradizione interrotta da un importante fenomeno di erosione della costa, che da oltre quarant’anni aveva isolato la Grotta di San Gregorio, rendendola raggiungibile soltanto via mare.
Ma l’antica tradizione della popolazione stalettese potrebbe rifiorire. Le intense mareggiate dei giorni scorsi hanno prodotto un fenomeno straordinario e insperato, restituendo l’accesso via terra alla Grotta. Laddove acque profonde circondavano scogli impervi si stende ora una bellissima spiaggia larga almeno 8-10 metri. Un evento naturale eccezionale, reso ancora più singolare dalla coincidenza con il progetto, in cantiere ormai da qualche mese, di riportare in processione la statua del Santo all’interno della Grotta con l’ausilio di un’imbarcazione. La “coincidenza” è davvero sorprendente, ma “attraverso le coincidenze – sostenevano gli antichi greci - si manifesta la volontà degli Dei”.
La tradizione agiografica della Chiesa d’Oriente e d’Occidente attribuisce a San Gregorio Taumaturgo poteri portentosi, e fra questi quello di deviare il corso delle acque e di spostare le montagne. Non sto gridando al miracolo, non ne ho l’intenzione né la competenza, e lo spettacolo prodigioso della natura appaga oltremisura il mio bisogno di fascinazione. Ma in questa circostanza, richiamare la trama di una storia antichissima, che fa di questo luogo, remoto crocevia fra Oriente e Occidente, uno dei luoghi più suggestivi dell’intera costa ionica calabrese, serve a sottolineare la grandezza del “dono” restituito dal mare agli uomini del nostro tempo. Un luogo sacro, riconosciuto come tale anche in epoca classica, quando il sito, d’una bellezza incantevole, era stato dedicato al dio Vulcano.
Ora questo luogo è tornato pienamente fruibile. Che venga restituito alla devozione dei fedeli, alle antiche tradizioni della comunità locale e, aggiungo, all’esplorazione degli studiosi. La Grotta potrebbe rivelarsi un sito storico-archeologico di notevole interesse, e finora non è stata fatta oggetto di un’indagine scientifica adeguata. Naturalmente bisognerà proteggere la Grotta dagli appetiti selvaggi degli speculatori di turno. Credo sia già cominciata la corsa per l’accaparramento della concessione del “nuovo” tratto di spiaggia, e magari qualcuno starà già pensando d’installare un chiosco all’ingresso della Grotta per vendere bibite e gelati. Il territorio di Stalettì ha conosciuto in passato la speculazione più selvaggia, responsabile, con l’avvallo delle amministrazioni comunali del tempo, del saccheggio e della deturpazione del territorio. Almeno questa volta, la storia non si ripeta. RESTITUIAMO A QUESTO TERRA LA SUA ANIMA, E GIU’ LE MANI DALLA GROTTA!
La Grotta è il luogo originario del culto del Taumaturgo in Occidente, o almeno il suo principale e simbolico centro di irradiazione dopo la sua fioritura e diffusione nell’Oriente cristiano. Dal comprensorio di Stalettì, infatti, il culto di San Gregorio Taumaturgo, come anche una parziale distribuzione delle sue reliquie, si è propagato in diverse località italiane, raggiungendo successivamente la Spagna, il Portogallo e da qui i paesi dell’America latina, grazie all’azione dei Gesuiti e dei vice-re spagnoli all’epoca dell’espansione coloniale.
Da molti secoli le reliquie del Taumaturgo sono venerate a Stalettì nell’antica chiesa bizantina dedicata al Santo, e da sempre la Grotta è considerata dagli Stalettesi un luogo sacro. I più anziani raccontano, con devozione, delle processioni dal Santuario di Stalettì al mare di Caminia, fin dentro la Grotta del “miracoloso” approdo delle reliquie, che al tempo era accessibile via terra. Un’antica tradizione interrotta da un importante fenomeno di erosione della costa, che da oltre quarant’anni aveva isolato la Grotta di San Gregorio, rendendola raggiungibile soltanto via mare.
Ma l’antica tradizione della popolazione stalettese potrebbe rifiorire. Le intense mareggiate dei giorni scorsi hanno prodotto un fenomeno straordinario e insperato, restituendo l’accesso via terra alla Grotta. Laddove acque profonde circondavano scogli impervi si stende ora una bellissima spiaggia larga almeno 8-10 metri. Un evento naturale eccezionale, reso ancora più singolare dalla coincidenza con il progetto, in cantiere ormai da qualche mese, di riportare in processione la statua del Santo all’interno della Grotta con l’ausilio di un’imbarcazione. La “coincidenza” è davvero sorprendente, ma “attraverso le coincidenze – sostenevano gli antichi greci - si manifesta la volontà degli Dei”.
La tradizione agiografica della Chiesa d’Oriente e d’Occidente attribuisce a San Gregorio Taumaturgo poteri portentosi, e fra questi quello di deviare il corso delle acque e di spostare le montagne. Non sto gridando al miracolo, non ne ho l’intenzione né la competenza, e lo spettacolo prodigioso della natura appaga oltremisura il mio bisogno di fascinazione. Ma in questa circostanza, richiamare la trama di una storia antichissima, che fa di questo luogo, remoto crocevia fra Oriente e Occidente, uno dei luoghi più suggestivi dell’intera costa ionica calabrese, serve a sottolineare la grandezza del “dono” restituito dal mare agli uomini del nostro tempo. Un luogo sacro, riconosciuto come tale anche in epoca classica, quando il sito, d’una bellezza incantevole, era stato dedicato al dio Vulcano.
Ora questo luogo è tornato pienamente fruibile. Che venga restituito alla devozione dei fedeli, alle antiche tradizioni della comunità locale e, aggiungo, all’esplorazione degli studiosi. La Grotta potrebbe rivelarsi un sito storico-archeologico di notevole interesse, e finora non è stata fatta oggetto di un’indagine scientifica adeguata. Naturalmente bisognerà proteggere la Grotta dagli appetiti selvaggi degli speculatori di turno. Credo sia già cominciata la corsa per l’accaparramento della concessione del “nuovo” tratto di spiaggia, e magari qualcuno starà già pensando d’installare un chiosco all’ingresso della Grotta per vendere bibite e gelati. Il territorio di Stalettì ha conosciuto in passato la speculazione più selvaggia, responsabile, con l’avvallo delle amministrazioni comunali del tempo, del saccheggio e della deturpazione del territorio. Almeno questa volta, la storia non si ripeta. RESTITUIAMO A QUESTO TERRA LA SUA ANIMA, E GIU’ LE MANI DALLA GROTTA!
Seguono due vedute dall’alto dell’ingresso alla Grotta di San Gregorio. Le foto sono dell’ing. Antonio Froio.
L'antica processione di San Gregorio Taumaturgo
All'uscita dalla chiesa di Stalettì
L'arrivo a Caminia
2 commenti:
Sett. sigor Condito
E' da dicerie e prove fotografiche che mi sono interessato a questo sito.
Risulterebbe,non sò se dalla parte della grotta o più a monte o addirittura dall'altro lato (Squillace) un netto collegamento con il"vivarium" di Cassiodoro.
Ho visto il sito dalle immagini di un privato, dove esistono: maufatti molto antichi,una parete verticale con fregi e due porte a tutto sesto semisommerse che nascondono una grande caverna che si dice collegata alla grotta di San Gregorio,preciso che il sito è in acque dolci e tuttora popolato da grossi pesci di acqua dolce stranissimi oltre il metro e mezzo, che sono identificabili negli scritti di Cassiodoro (vedi suoi disegni riguardo al "vivarium".
preciso che il luogo è propietà privata,ma si vedono alcune statue ancora precedenti al tempo di Cassiodoro.
Non sono riuscito ad identificare il sito,ma conosco personalmente chi ha scattato le foto.E nelle vicinanze abita il propietario che stà allegramente espiantando di tutto per adornare la sua casa.
giampiero mancusi 3337489343
email giompone@gmail.comm
Glie ne frega niente a nessuno! Purtroppo.
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