L'importante legame con Stalettì, in Calabria.
di Domenico Condito
PADRE DELLA CHIESA D'ORIENTE E D'OCCIDENTE
E’ morto Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
San Gregorio Taumaturgo nacque a Neocesarea del Ponto, l’attuale Niksar, in Turchia, verso il 213, da una nobile famiglia pagana. Nella città natale studiò grammatica e retorica, imparò il latino e acquisì i primi elementi di giurisprudenza. In seguito si recò a Cesarea di Palestina, con il fratello Atenodoro, con l’idea di completare gli studi di diritto nella vicina Berito. Nella città palestinese i due fratelli incontrarono il grande maestro cristiano Origene, che a Cesarea aveva fondato una nuova scuola, dopo essere stato bandito da Alessandria d’Egitto. La conoscenza di Origene sconvolse i progetti di Gregorio e di Atenodoro e determinò la loro conversione. Così Gregorio descrisse l’incontro con Origene e la sua adesione alla fede cristiana: “Come una scintilla, dunque, immessaci nel cuore, da una parte, ardeva, avvampava in noi l’amore verso il Verbo santo, amabilissimo, che alletta tutti sommamente con la sua ineffabile bellezza, dall’altra, verso quest’uomo suo amico e interprete. Amore che mi trafisse, inducendomi a trascurare le altre attività e gli studi che apparivano essere a noi convenienti e, persino, le mie belle leggi, la patria, i parenti che dimoravano a Cesarea e per i quali avevamo intrapreso il viaggio. Uno solo era l’oggetto del mio amore, della mia predilezione: la filosofia e l’uomo divino che l’insegnava” (Gregorio il Taumaturgo, Discorso a Origene, a cura di E. Marotta, Città Nuova Editrice, Roma 1933, p. 66). Gregorio e Atenodoro rimasero a Cesarea di Palestina per cinque anni, portando a compimento il ciclo di studi previsto dalla scuola di Origene. Nel 238, al momento del congedo dal maestro, Gregorio gli rivolse il suo celebre Discorso di ringraziamento. Dopo essere vissuti con Origene per cinque anni, Gregorio e Atenodoro fecero ritorno a Neocesarea. Riferisce Eusebio che entrambi i fratelli avevano conseguito tali progressi nella conoscenza delle scienze divine, che furono ritenuti degni dell’episcopato e destinati a reggere le sorti delle chiese del Ponto. Fu così che Gregorio divenne il primo vescovo di Neocesarea, la sua città natale, mentre s’ignora la sede episcopale di Atenodoro. Risale a questo periodo l’apparizione della Madonna a San Gregorio Taumaturgo, la prima apparizione mariana riconosciuta dalla Chiesa. Ce ne fornisce un resoconto dettagliato San Gregorio di Nissa (335-395 circa) nella sua Vita di Gregorio Taumaturgo, ed è il primo racconto di una apparizione mariana:
Narratore esperto e consumato, conoscitore accurato e raffinato della cultura greca, il Nisseno ha dato il meglio della sua arte plastica e letteraria in questa Vita di Gregorio Taumaturgo, trasfigurando e sublimando il personaggio attraverso il filtro dell’ideale evangelico vissuto intensamente dagli asceti del suo tempo e da lui personalmente. Egli tesse le lodi del biografato in una serie di scene in cui è difficile conciliare il punto di vista della tradizione agiografica e quello della critica storica, anche se non è impossibile armonizzare i fatti narrati con la politica imperiale di Roma, con la storia dell’espansione iniziale del cristianesimo e con il potere carismatico dei suoi missionari. Una cosa è certa: l’Autore crede a quel che scrive e soprattutto, nell’esporre la vita virtuosa del Taumaturgo, intende lanciare un messaggio di fede.
San Gregorio di Nissa
Con il testo della Lettera di Origene a Gregorio. Traduzione, introduzione e note a cura di Eugenio Marotta.
Gregorio il Taumaturgo (213-270 circa) nacque da una distinta famiglia pagana in Neocesarea del Ponto. Dopo aver compiuto gli studi di grammatica e di retorica si recò a Cesarea, insieme col fratello Atenodoro, per compiere studi di diritto nella vicina Berito. Una volta, tuttavia, nella città palestinese, l’incontro con Origene, che in essa si era trasferito dopo essere stato bandito da Alessandria d’Egitto, doveva sconvolgere i loro progetti. Affascinati dalla personalità del maestro e convertiti al cristianesimo, rinunziarono allo studio delle leggi per abbracciare quello della filosofia e stabilirono la loro dimora a Cesarea. In occasione del suo congedo dal maestro (238), dopo cinque anni, Gregorio gli rivolse un discorso di ringraziamento, alla sua presenza e di un folto pubblico. Gregorio divenne vescovo della sua città natale e si adoperò per la diffusione del cristianesimo nel Ponto.
Il Discorso di ringraziamento rivolto a Origene è un’apologia del maestro che si è spogliato del più della sua natura mortale in virtù della grandezza delle doti che segnano il trapasso dall’umano al divino. È l’amico, l’interprete del Logos, egli lo addita come il maestro impareggiabile della scienza umana e divina. Il Discorso è importante soprattutto per la descrizione del metodo pedagogico di Origene.
La Lettera di Origene a Gregorio fu scritta a breve distanza di tempo dal rientro in patria del Taumaturgo. Il maestro lo ammonisce, lo consiglia ad usare i suoi talenti avendo per unica meta la dottrina cristiana.
La traduzione, per la prima volta in lingua italiana, è opera del noto specialista di Letteratura cristiana antica Eugenio Marotta.
San Gregorio di Neocesarea, il Taumaturgo
Tradizionalmente attribuito a Gregorio il Taumaturgo, l’Encomio di Origene veniva sino ad oggi considerato una fonte decisiva per illuminare l’attività di insegnamento del grande maestro alessandrino e per illustrarne la spiritualità, grazie alle parole di un allievo al termine dei suoi studi.
Sua Santità il Patriarca Alessio II durante la celebrazione della Liturgia Divina nella chiesa di San Gregorio Taumaturgo a Mosca